Le Interviste di Nick – Max De Lorenzis

Max de lorenzis
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Eccoci alla prima intervista della settimana dopo metà marzo qui su “Le Interviste di Nick“. A seguire il cantautore Daniele Chiarella, un altro giovane e talentuoso di origini pugliesi: lui è Max De Lorenzis.

Nato il 23 Maggio 1995, è un cantante di Brindisi. La sua estensione vocale e l’innegabile talento lo rendono una vera forza da non sottovalutare sulla scena musicale. Dopo un’infanzia passata a cantare in diversi locali della zona, ha intrapreso la strada della musica nel 2011 iniziando a farsi conoscere su YouTube con alcune cover di cantanti famosi come Nelly Furtado, Taylor Swift e Anna Oxa riscontrando un discreto successo sia in Italia che altrove. Crescendo ha iniziato ad esibirsi anche nel Nord Italia facendo conoscere al pubblico la sua unicità nelle sue esibizioni e doti vocali. Ha partecipato nel 2014 alle selezioni di X-factor a Roma venendo preso ma all’ultimo ha rifiutato di continuare per divergenze dove si sentiva limitato nell’esprimere le proprie qualità artistiche. Si reputa un ricercatore in continua evoluzione ed ha un’estensione vocale paragonabile alla famosa cantante di origini albanesi Anna Oxa. Nell’agosto del 2020 ha pubblicato su tutte le piattaforme streaming il suo primo brano in Inglese intitolato “River in The Sky”, una ballad elettronica con venature soul. Il brano oggi ha oltrepassato i 30.000 di ascolti su Spotify riscuotendo un buon successo non solo in Italia ma anche fuori dal confine. Nel dicembre del 2020 pubblica un secondo brano intitolato “Something Beautiful” dove in meno di una settimana ha superato oltre i 10.000 ascolti entrando nelle playlist americane e inglesi indipendenti.

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1) Vediamo un po’ le tue origini e artistiche. Come e quando ti sei approcciato alla musica e sei entrato in questo mondo?

Max De Lorenzis: Ero un bambino un po’ strano, ero un bambino solitario e questo Max,  era un bambino un po’ particolare, ma non un solitario perché non interessava il resto nel mondo ma perché cercava di osservare costantemente questa sua nascita, questo suo luogo. Aveva questo senso di ribellione, che non è un piercing o un tatuaggio. Penso che ci siano diversi bambini così. Anche ai giorni d’oggi che si ribellano a degli schemi o a delle condizioni.  Diciamo che mi sembrava un mondo un po’ estraneo. Non ero ancora dentro in questo mondo  quindi cercavo di vivere già il suono a quell’età. Coloravo le mie giornate, cantavo e coloravo qualcosa che intorno a me non vedevo  quindi  non c’è stata mai una scissione tra me e la musica.  Ho iniziato all’età di 6-7 anni in alcune feste della mia zona cantando brani dell’epoca d’oro della musica anche se a quei tempi non c’era proprio nulla inerente alla tecnologia che ti potesse dare una spinta in più per farti conoscere al pubblico ma era un rapporto più diretto e sincero.

2) Ci sono artisti che ti hanno ispirato?

Max De Lorenzis: Ho sempre provato ammirazione e ispirazione per Anna Oxa e Nelly Furtado. Le ho sempre considerate delle Artiste molto versatili e che non propongono quasi mai la stessa minestra. Cercano sempre di ricercare e sperimentare senza però risultare mai banali. In realtà, adesso che ci penso,  ascolto qualsiasi tipo di musica ma soprattutto quella che, a primo impatto, può risultare strana e che non insegua le tendenze della musica di oggi.

3) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?

Max De Lorenzis: La mia identità musicale la definirei semplicemente un contrasto tra innocenza ed esperienza tra luce e oscurità. Sono me stesso e non ho paura di essere diverso o pensare diversamente. Cerco di prendere la morale comune e capovolgerla per vederla attraverso un’altra prospettiva, metterla in dubbio senza  darla per scontata. L’immagine per me è importante perché è la cornice di un’artista però è più importante  non essere visti in secondo luogo, avere una propria identità, delle ispirazioni, osservare senza però immergersi completamente nell’altra dimensione. Bisogna avere una propria vocalità, seguire un proprio stile senza essere banali…  anche perché, i fenomeni hanno una scadenza molto breve. Si riconoscono subito. La cosa importante è essere stessi! 

4) Parliamo del tuo ultimo singolo “Something Beautiful”. Cosa può dirci di questo brano?

Max De Lorenzis: Something Beautiful è un brano dalle caratteristiche soul con venature elettroniche. Un brano spensierato, romantico ma che ti lascia sognare a un qualcosa di bello che tra non molto dovrà avvenire. E’ stato pubblicato il 7 Novembre 2020 per offrire alle persone qualcosa da ascoltare, per sollevare gli animi di coloro che, in questo momento, sono bloccati a casa in quarantena. E’ stato prodotto insieme al Sound Designer Nicola Bruno e in meno di una settimana dalla sua pubblicazione ha oltrepassato i 10milioni di ascolti su Spotify entrando nelle playlist e classifiche inglesi degli artisti indipendenti. Attualmente il brano ha oltrepassato i 23milioni di ascolti.

5) Cosa provi quando fai musica?

Max De Lorenzis: Scrivere una canzone, cantarla o anche solo interpretarla è un’esperienza molto viscerale. La si ascolta in una stanza e si vede subito l’effetto che ha sulle persone. O quando canti un brano di fronte a un pubblico e hai una reazione immediata oppure nessuna reazione, ma capisci se hai stabilito una connessione con la gente. E’ molto terapeutico per me. La musica è lo strumento più sincero e puro tanto quanto all’amore. Mi colpisce molto a livello emotivo. È un’esperienza quasi primordiale. Amo l’idea che alla fin fine, se tutto dovesse andare a rotoli, potrei sempre prendere la mia tastiera e farmi immergere dai suoni che fuoriescono dalle sue note, in un angolo, con il cappello per terra.  C’è un qualcosa di primitivo, semplice e diretto nel suonare e cantare.

6) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?

Max De Lorenzis: Più che artista mi piacerebbe collaborare in particolare con un produttore.  Mi piacerebbe lavorare con William Orbit , produttore esecutivo dell’album Ray Of Light di Madonna. E’ un genio e amo la sua musica e le sue produzioni. Sento che potremmo fare grandi cose insieme. Sarebbe fantastico! 

7) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?

Max De Lorenzis: Sto lavorando al nuovo album con un giovane musicista di grande talento che si chiama Nicola Bruno. Quando sono arrivato alla creazione di questo album mi sentivo come un’animale in gabbia. Grazie a lui sono ritornato a suonare la mia vecchia tastiera e alla semplicità delle emozioni allo stato naturale. Ovviamente avevo bisogno di sfogarmi su alcune cose. Quindi la mia sensazione era quella di un animale che viene liberato dalla gabbia e che deve esprimere non una ma tantissime emozioni diverse. Tutte le emozioni di cui è fatta la vita. La verità è che tutto ciò che faccio, anche scrivere canzoni, nasce sempre da una continua collaborazione. Apprezzo l’input di altre persone, lo cerco. Non posso lavorare da solo. Mi piace avere il mio “complice”; la mia spalla. Mi piace la linearità. Ho una melodia, delle parole e le canto. Si spera che arrivino dal cuore o da mille emozioni diverse. Diciamo che è tutto più diretto. Quando lavori con persone nuove, devi sempre trovare un territorio comune e poi capire come muoverti. Quando lavoro con Nicola, succede qualcosa di magico. Mi porta in luoghi molto profondi. La sua anima tormentata tira fuori la parte angosciata che è in me. E’ uno scienziato pazzo. E’ molto facile lasciarsi trascinare perché Nicola mette tanta passione in quello che fa. E’ molto eloquente ma è veramente uno scienziato pazzo.  A volte è una sfida ma io lavoro con lui seguendo un metodo molto specifico. Il frutto delle nostre collaborazioni è veramente speciale. Prenderò le cose con calma. Le vette che vorrei raggiungere sono tante ma il viaggio consiste proprio nell’arrivare vicino alla risposta. L’educazione che conquisti è il tuo viaggio. Vai avanti per la tua strada, cercando di arrivare al cuore delle cose, e di capirne la natura. Mentre ti sforzi a trovare quel qualcosa di intangibile e apparentemente impossibile da ottenere, la risposta alle domande “qual è il significato della vita”? o “qual è il significato dell’amore e della felicità”? e “perché siamo qui”?—mentre cerchi di comprendere tutto questo, ti crei un’educazione eccezionale. Impari a diventare un essere umano. A volte devi dire “non ho tutte le risposte, ma so che mi sto evolvendo. So che sto imparando e crescendo”. Ed è quanto ci possiamo augurare. Quello che si deve evitare è la stasi. Non bisogna mai smettere di evolversi, di voler porre la domanda successiva, di voler correre dei rischi…. non bisogna mai stare fermi, perché quella è la morte. È fondamentale muoversi e andare avanti. Magari tra dieci miglia, o tra dieci anni non avrai le risposte ma avrai probabilmente accumulato esperienza. Avrai un barlume della risposta che cerchi.

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