Le Interviste di Nick – Luaz

Luaz
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Ci avviciniamo alla fine del mese e ancora qui su “Le Interviste di Nick“, dopo il giovane cantautore Max De Lorenzis, incontriamo un nuovo musicista emergente per iniziare la settimana. Parliamo di un altro ecclettico artista che ci ha regalato una splendida intervista. Lui è Luaz.

Pseudonimo di Andrea Luani, è un cantante, direttore artistico, fotografo e videomaker italiano classe 1986. Si innamora della musica fin da bambino; studia canto, prima alla MMI, sotto le direttive di Gabriele Gozzi e poi alla DB Sound & Music, sotto l’ala di Luisa Malaspina. Dopo anni di impegno, sacrifici e gavetta in svariati gruppi, da il via alla sua carriera solista con “Justink”, un album ricco di contaminazioni e raffinate sfumature firmato con la mantovana Cosmophonix Production. La sua visione di musica, pura ed autentica, invita l’ascoltatore a tornare al pensiero individuale per costruire un nuovo pensiero comune, distante dalla società dell’apparire, perché la vera bellezza è insita in ognuno di noi ed è solo condividendo ed amando le piccole ma fondamentali ed imprescindibili meraviglie della vita quotidiana, che potremmo tornare ad essere in pace ed in armonia con noi stessi e con il mondo in cui viviamo e di cui facciamo parte.

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1) Vorrei cominciare chiedendoti qualcosa sulle tue origini. Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Luaz: Ciao e grazie per questa intervista! Ho vissuto un primissimo momento musicale a 7 anni, dove trovai accidentalmente delle musicassette di Elio e le storie tese. Probabilmente questo evento mi ha accompagnato nella vita, perché mi ha sempre fatto capire che la musica può essere variegata, piena di melodie e contemporaneamente piena di incastri tecnici, il più delle volte giocati dall’artista stesso. Mi ha sempre affascinato il lato del sentimento musicale, quello che ti porta a sentire i brividi per un perfetto assolo di
batteria o per un suono perfettamente collocato! Poi sono cresciuto e sono diventato più grezzo: Metallica, SOAD, Limp Bizkit, l’intero panorama metallaro, dal Prog all’epic. Ma non disdegnavo il Rap, Eminem o Frankie Hi NRG per esempio, il pop, Electro di varie tipologie come Dubstep, Deep House, ecc… Ora il mio bagaglio musicale è ricco di Rap Italiano, Salmo, Nitro, ThaSupreme, Rancore, e di musica elettronica di ricerca. Da come avrete capito, mi piace ascoltare di tutto.

2) Come hai scelto il tuo nome d’arte?

Luaz: Fa ridere e deprimere al contempo questa scelta! Mi domandavo quale nome sarebbe stato più consono per me, e dopo vari tentativi il mio Manager dice “Ho avuto un’idea! Luaz! È corto, semplice ed efficace!”. Mi metto a ridere pensando che TUTTI i miei amici mi han sempre chiamato così fin da giovane. Vince la semplicità!

3) Ci sono artisti che ti hanno influenzato o ispirato?

Luaz: Ho sempre avuto una voce guida, essendo cantante fin da quando ho memoria avevo bisogno di raggiungere qualcuno, o almeno emularlo. Serj Tankian (SOAD) per la follia, aggressività e coraggio nel creare melodie non sempre di facile ascolto. Matthew Bellamy (Muse) per tutto il sentimento, per le armonie e per le voci corali (ma qui dovremmo interpellare i Queen). Jason Mraz per la leggerezza. TUTTI i musicisti dei Son Lux, per la maestria, per l’innovazione pura, per l’amore che si può trasmettere in un brano.

4) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?

Luaz: È indispensabile, assolutamente. Il problema esiste quando la personalità viene scambiata per far finta di essere qualcuno. Chiaro che un percorso personale sia lungo e difficile, ma bisogna almeno iniziare a pensare con le proprie considerazioni. Io mi sento mio. E contemporaneamente vostro. Non ho mai avuto il pensiero di sfondare nel mondo della musica, non dico che sia cosa negativa, ma questa mia sicurezza mi ha dato possibilità di crearmi qualcosa di personale. Ovvio che non son arrivato da nessuna parte, anche internamente, ma sto percorrendo una strada che mi piace percorrere. Non ho mai apprezzato lo sfarzo o la celebrazione, quindi ho deciso di utilizzare il meno possibile il mio viso, facendo risaltare la musica.

5) Parliamo del tuo primo album, “Justink”. Cosa puoi dirci su questo disco?

Luaz: Un disco molto impegnativo per me. Un disco pieno di soddisfazioni ma anche di certezze nel dire che se potessi tornare indietro lo rifarei completamente diverso! Io, Gianvito Vizzi e Max Kleinschmidt (Cosmophonix Production) abbiamo lavorato a suoni sempre diversi, mantenendo una particolare identità dell’album, cercando anche di farli risuonare freschi e non troppo ricercati. Volevo trovare aria fresca, divertirmi nel creare qualcosa di mio, diverso e al contempo studiato. “JustInk” è un monito. “Bisogna ricordare a sé stessi che non siamo altro che inchiostro, su una delle tante pagine del libro della Vita” Quello che intendo è che siamo arrivati ad adulare concetti completamente sbagliati, in questo caso sottolineo una corsa smodata all’essere notati, ad essere apprezzati. Una corsa che reputo alquanto inutile e controproducente. Come un Memento Mori credo che ogni azione causi una conseguenza per questi comportamenti, generando solitudine ed invidia.
Credo che la situazione sia facilmente visibile. Il CD è un percorso, il mio. Affronto tematiche che son state indispensabili nella mia vita e cerco di condividere alcune mie considerazioni, tramite i brani, a tutti quelli che vorranno sentire. 9 tracce. Parlo di Vuoto, di Adattamento, di Rinascita, della nostra prigionia, di fallimenti, di numeri, di fake news, degli smartphone, ed infine dell’amore (che non guasta mai). Ogni brano nasconde un tema che impone un cambio di stile della canzone. Prevalentemente è stato pensato per essere colonna sonora di qualcosa, quindi I suoni risultano molto cinematografici, ma uniti a punte Elettroniche, a volte Metal, a volte Dance, e così via… Come ultima cosa, il CD è contornato da un progetto parallelo. “Justink Museum” è la parte grafica del progetto musicale, dove 9 trittici raccontano ogni brano andando a creare emozioni diverse. A questo progetto fotografico durato 1 anno ho avuto il piacere di lavorare con tantissime persone. Ho sempre lavorato con tanta gente, è una cosa che mi arricchisce completamente. Vedere dei professionisti attorno a me rende tutto più interessante ed istruttivo. Un viaggio indimenticabile.

Luaz - Justink

6) Cosa provi quando fai musica?

Luaz: Frustrazione! Perché non mi sento mai all’altezza, penso sempre che avrei potuto fare di più. È una sensazione complicata da esprimere, e credo necessaria, ma quando il prodotto viene ultimato e giunge il primo vero ascolto ufficiale in sala, beh, che dire? Una meraviglia! Lacrime ed abbracci! La musica è sempre stata fonte di emozioni contrastanti.

7) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?

Luaz: Si, conosco un sacco di persone con cui vorrei collaborare, ma prevalentemente son artisti emergenti, miei amici o conoscenti che godono di mia stima e con cui vorrei lavorare. Non vorrei altro.

8) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?

Luaz: Attualmente la pandemia ha rallentato fisicamente ed emotivamente lo sviluppo del secondo lavoro che farò, sempre targato Cosmophonix. Se nel primo CD ho parlato di qualcosa di mio, nel secondo vorrei parlare di qualcosa di molto più ampio. Al momento l’idea è in fase di sviluppo e non voglio dire molto. Sicuramente oserò di più. Sinceramente, mi piacerebbe sapere che ciò che ho cercato di trasmettere è stato colto, anche se fossero poche persone. Chiaro che un’esplosione di apprezzamenti sarebbero benvenuti, ma vorrei rimanere con i piedi ben saldati a terra.

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