Le Interviste di Nick – Little Pony

Little Pony
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Secondo e ultimo appuntamento per questa settimana con la rubrica di “Le Interviste di Nick“. Ad aprire questa settimana è stata la cantautrice Dafney, mentre oggi, per chiuderla, andiamo a presentare una nuova e peculiare band il cui nuovo album è in uscita proprio oggi: loro sono i Little Pony.

Little Pony sono una band ITA / USA nata per le strade di Napoli, la loro New York, intesa come laboratorio creativo e mezcla di contaminazioni artistiche di ogni tipo. Il sound molto personale, frutto di una ricerca sonora fuori da ogni schema o definizione, deriva da influenze che spaziano tra funk, R&B, psichedelia anni ’60, rap, spoken word, worldmusic e pop. Nascono come trio nel 2014 con Ryan Spring Dooley, sax e voce, Marco Guerriero, basso e Fulvio Laudiero alla batteria, ma la line up varierà più volte nel corso del tempo per assecondare le nuove esigenze sonore.

WE ALL FALL DOWN: STRADE, RANE, PRINCIPI E DAME è il loro primo album, uscito nel 2014 per la Red Plastic Label di Pavia che aveva anche prodotto il video Devo Scappare, co-prodotto e girato da Claudia Palermiti. Un suono minimale, tra jazzy, punk e spoken word caratterizza queste canzoni nate tra treni, taverne e busking. Il secondo album è del 2017. MILKY WHITE WAY è stato prodotto in collaborazione con la Tafuzzy Records di Rimini e la napoletana Octopus Records di Peppe Fontanella (24 Grana). Il titolo fa riferimento ad una tradizione americana secondo la quale, nella scia della via lattea, finiscono a brillare le nostre anime, con le quali è possibile comunicare attraverso la musica, capace di viaggiare tra spazio e tempo.

Roberto Rup Paolini di Carboluce, realtà milanese della cinematografia indipendente, narra le atmosfere alla Jarmusch che caratterizzano l’album, curando la regia dei singoli Ciao nèCocaine, Stalker e Don’t cry. La band ha cambiato formazione nel 2018, quando il bassista Valerio De Martino (BDO, Buddhasuperoverdrive, Naphta Narcisse) è subentrato alla batteria. Con l’aggiunta di nuovi strumenti come sintetizzatori, batteria elettronica, effetti moog al sax e voci, i Little Pony cambiano totalmente il suono degli inizi. VOODO WE DO! è il risultato.

Scritto durante diversi tour tra Italia ed Europa, prodotto da Nicola Tranquillo e la band, con la collaborazione di Albino D’Amato degli Almamegretta, registrato nei Vessel Recording Studios nel febbraio 2020 e masterizzato da Giovanni Versari. Nel 2020 i Little Pony diventano un quartetto. Il contrabassista del gruppo francese Guappecartò, Pierluigi D’Amore, si unisce alla band ampliando la sezione synth. In uscita oggi 18 Febbraio 2022, il nuovo album VOODO WE DO! per Soundinside Records.

Scopri link e contatti utili alla fine dell’intervista

1) Innanzitutto, parliamo delle vostre origini. Come vi siete incontrati e siete diventati la band che siete oggi?

Litte Pony: Abbiamo iniziato come buskers, quindi ci siamo conosciuti suonando per strada, poi quelle improvvisazioni sono diventati brani, finiti sui nostri primi due album. Da allora siamo cambiati davvero tanto, cambiando anche formazione, ma soprattutto siamo cambiati nel sound, approdando alla mescla di Elettronica, Funk, Rap che suoniamo oggi.

2) Come avete scelto il nome “Little Pony”?

Litte Pony: Una delle prime canzoni che abbiamo scritto parla di un cavallino che un bel giorno, stanco della vita comoda ma addomesticata, nel recinto assieme agli altri cavalli, decide di saltare la staccionata ed andare per la sua strada, verso la liberta. Da questa metafora sull’importanza di seguire le proprie attitudini, saltando ognuno la propria personale staccionata, nasce il nome della band, Little Pony

3) Ci sono artisti che vi hanno influenzato o ispirato?

Litte Pony: Ovviamente tanti, troppi. Parlerei più di generi, dal blues al funk, la scena hip hop rap americana, musica elettronica. Il tutto “cucinato” con un attitudine punk.

4) Quanto pensate che sia importante avere una forte identità musicale e come commentereste la vostra?

Litte Pony: Non avere identità, intesa come una propria attitudine o personalità, pensiamo svuoti di senso il tutto. Nello specifico, la musica senza identità , ti annoi sia a farla che ad ascoltarla. Per quanto riguarda la nostra, abbiamo solo seguito ognuno la propria indole che mescolata con quella degli altri, ha creato come una sorta di dialogo in musica. L’identità viene fuori anche dalla personale sensibilità, dall’ascolto dei diversi generi musicali di riferimento, dai mezzi che hai o che scegli per esprimerti e dalla necessità che hai di farlo.

Little Pony - Vodoo We Do

5) Parliamo del vostro nuovo album “Voodo We Do”. Cosa potete dirci su questo disco?

Litte Pony: Voodoo We Do e un disco nato in tour, idee concepite durante i viaggi, alle volte provate nei sound check, che poi abbiamo lentamente affinato in studio e che hanno trovato una loro forma sul disco. Forma non definitiva, poiché molti brani, se non tutti, hanno un’altra faccia suonati nei live. Il senso di questo Voodoo e il
voler evocare il senso magico del gioco, quello ad esempio dei bambini, istintivo e divertente ma serissimo al contempo, che permette loro di trovare soluzioni semplici e geniali a problemi spesso anche complessi. Contrapposto ad un sistema fatto sempre più di sintesi e poco contatto reale, il nostro intento e liberarci tutti, lasciandoci trasportare dalla corrente di una magia bianca.

6) Cosa provate quando fate musica?

Little Pony: Certamente ci divertiamo. Abbiamo la possibilità di partecipare attivamente a quello che immaginiamo, che creiamo con la musica, ma anche con quello che raccontiamo nei testi. La sintonia è forte. E’ un po’ come pregare o come una sorta di meditazione, solo che a volte e un po’ più alcolica rispetto alla liturgia classica.

7) C’è qualche artista con cui vi piacerebbe collaborare?

Little Pony: Non ci abbiamo mai pensato ma certamente sarebbe interessante collaborare con qualcuno che faccia musica magari totalmente diversa dalla nostra, ma con un attitudine simile.

8) Quali sono i vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?

Little Pony: Sicuramente riprendere l’attività live e portare in giro un po’ del nostro Voodoo. Continuare a crescere musicalmente, sperimentare altri modi di creare canzoni.

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