Le Interviste di Nick – Gruppo Palude

Gruppo Palude
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Secondo ma ultimo appuntamento per questa settimana qui su “Le Interviste di Nick“. Lunedi abbiamo conosciuto il giovane artista Relativo, mentre quest’oggi, grazie alla C’MON ARTAX incontriamo una nuova formazione dopo tanto tempo: loro sono i Gruppo Palude.

Fondato nel maggio dell’anno 2012, si compone di cinque elementi tutti con diverse influenze musicali ed artistiche: Angy, Boos, Riky, Ruben e Tommy, quest’ultimo entrato in formazione solo nel 2018.
La band parte subito con l’idea di creare e scrivere musiche e testi propri dando vita a brani in cui vengono mescolati tutti gli stili e le influenze di ogni componente. Questo porta a un primo Ep autoprodotto nel 2016 e all’inizio di una collaborazione con l’etichetta indipendente FIL1933 group nel 2017.
Il 2018 porta l’ingresso in formazione dell’attuale cantante, Tommy, che scrive i testi per le musiche che danno vita ai 10 brani che comporranno il primo album in studio della band, la cui pubblicazione è anticipata dall’uscita di tre singoli “Mayday“, “Stop. Go!” e “Pillola Azzurra” lungo l’arco del 2020.
Il 16 Febbraio di quest’anno viene rilasciato il disco “Archè“, dal greco origine, principio: questo è il titolo di un concept album che come spiega la band ‘accompagna l’ascoltatore in un viaggio, alla scoperta di un Io dimenticato e bistrattato, della propria identità e delle proprie risorse. Un viaggio interiore pieno di alti e bassi; l’incontro con la frustrazione, la rabbia, la fuga dalle emozioni più profonde e nascoste, tutti momenti delineati dagli accompagnamenti musicali che raccontano, assieme ai testi, le difficoltà e i successi del percorso.
Allo stesso modo la lavorazione del disco è stata lunga e ricca di insidie. In primis l’avvicendamento nel ruolo di cantante e autore dei testi avvenuto in corso d’opera, fatto che già di per sé rende unico questo lavoro, ha portato ad una ricomposizione dei brani in studio con la produzione affidata a Mat Den di La Maison Music Factory di Suisio (Bg).
In secondo luogo una pandemia che rivoluziona il nostro quotidiano e carica beffardamente di senso e attualità un disco dal sapore apocalittico. Musicalmente Archè è fondato su un solido hard rock con influenze anni 90, tutt’altro che didattico, infatti il disco si dipana in un’atmosfera giocosamente progressive per spessore,
audacia e piacere della ricerca. Inserti di funk, voce rap ed elettronica aggiungono nuovi ingredienti ad una miscela unica nel panorama rock italiano, cantato in italiano.
La sperimentazione sonora e compositiva sono stati al centro della creazione di questo lavoro. Un tuffo in “Un vortice dove trovare sé stessi”, una ricerca lunga e tortuosa, verso un finale felice?’

Scopri link e contatti utili alla fine dell’intervista

  1. Vorrei saperne di più sulle vostre origini. Come avete iniziato a fare musica e siete diventati la formazione che siete oggi?

Gruppo Palude: Abbiamo iniziato nel 2012, inizialmente provando qualche cover, giusto per cominciare, ma passando molto velocemente a scrivere musica nostra in inglese. Dal 2015 abbiamo aggiunto alla strumentazione di partenza (2 chitarre, basso e batteria) un sintetizzatore e siamo passati a scrivere testi in italiano arrivando nel 2016 ad autoprodurre un EP di 5 brani (Lunatica). Nel 2018 viene sostituito il cantante da Tommi (voce e flauto traverso) che insieme a Angy (chitarra), Ruben (chitarra e synth), Boos (basso) e Riky (batteria) si dedica alla stesura dei brani che andranno poi a comporre Archè, il primo disco, uscito nel febbraio 2021.

  1. Da dove viene il nome Gruppo Palude?

Gruppo Palude: Il nome Gruppo Palude dal passato adolescenziale di un paio di noi in cui laghi e canneti erano i posti giusti per cercare un po’ di evasione dalla realtà con l’aiuto dell’erba terapeutica; da qui il gruppo di amici viene etichettato come “paludoso”. Il nome deriva anche dal canneto del lago di Pusiano, il carech, che si trova a Merone, paese da cui i primi cinque elementi della band provengono.

  1. Ci sono artisti che vi hanno influenzato o ispirato?

Gruppo Palude: Le influenze di vari generi musicali e gli artisti da cui abbiamo tratto ispirazione sono molteplici; Siamo cinque musicisti che hanno background diversi di ascolto e percorsi diversi a livello musicale. Il panorama di influenze e ispirazioni è quindi vastissimo, inizia dagli anni ’60 e arriva fino ai giorni nostri, passa da artisti italiani a stranieri. Se dovessimo fare un elenco probabilmente allungheremmo fin troppo questa risposta.

  1. Quanto pensate che sia importante avere una forte identità musicale e come commentereste la vostra?

Gruppo Palude: L’identità e il suono sono fondamentali. Quello che proviamo a fare noi è prendere tutte le nostre idee e metterle insieme secondo un filo logico, senza però abbondare; non siamo amanti dei minestroni pieni zeppi di verdure. Molte volte apprezziamo l’uscita dagli schemi, specialmente dalla forma classica della canzone: strofa – ritornello ecc…

  1. Parliamo del vostro nuovo album “Archè”. Cosa potete dirci su questo disco?

Gruppo Palude: Archè è un concept album che ci porta alla ricerca di noi stessi, all’origine, Archè appunto in greco. È un percorso che chiunque può affrontare o che magari ha già affrontato inconsapevolmente durante l’arco della sua vita. Una ricerca che passa fra poemi epici dell’antica Grecia e citazioni filosofiche, sbalzi di umore ed emozioni altalenanti che musiche e testi descrivono. L’idea è di guidare l’ascoltatore in un viaggio interiore attraverso il racconto di emozioni e situazioni che si possono riscontrare nella vita di tutti i giorni: trauma, fuga, dipendenza, presa di coscienza, reazione.

  1. Cosa provate quando fate musica?

Gruppo Palude: Sicuramente ci divertiamo e ci sfoghiamo facendo musica. Con la musica cerchiamo stimoli per nuove idee, ci rifugiamo quando le cose non vanno bene; proviamo poi a comunicare con il pubblico, forse la cosa più complicata.

  1. C’è qualche artista con cui vi piacerebbe avere l’onore di collaborare?

Gruppo Palude: Sarebbero tantissimi, ma se dobbiamo rimanere in un confine ragionevole ne buttiamo giù qualcuno: Willie Peyote, Caparezza, Verdena, Subsonica, Bud Spencer Blues Explosion, Tonino Carotone.

  1. Quali sono i vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?

Gruppo Palude: La prima cosa da fare ora è cercare un tastierista. Purtroppo Ruben ha abbandonato il progetto e siamo alla ricerca di un nuovo musicista per portare avanti il tutto. L’idea, ovviamente, è quella di tornare live il prima possibile per portare in giro i nostri brani e il disco intero; automaticamente poi si passerebbe alla scrittura di nuovi brani e, chissà, magari a un altro disco. Sicuramente arrivare a vivere di questo sarebbe un traguardo non indifferente; servirà fare dei sacrifici, ma ci proveremo.

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