Le Interviste di Nick – Brai

Brai - Davide Rinaldo
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Nuova intervista nella rubrica artisti emergenti de “Le Interviste di Nick“. La scora volta abbiamo avuto a che fare con la bella cantante DIVA. Oggi invece incontriamo un nuovo cantautore appassionato e pieno di entusiasmo: lui è Brai.

Nome d’arte di Davide Rinaldo, il giovane polistrumentista originario di Reggio Emilia si approccia da lungo tempo alla musica e dopo tempo come membro di una formazione, decide di fare la propria musica in quanto solista. Si dedica quindi ai propri progetti personali e dopo i primi singoli, esce l’anno scorso il primo Ep “Psyco Pop“.

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1) Vorrei cominciare chiedendoti qualcosa sulle tue origini. Come e quando hai iniziato a fare musica?

Brai: Ho iniziato a fare musica verso i 10-11 anni, perchè mio fratello, che è un chitarrista, quando ero piccolo mi ha insegnato un po’ a suonare la chitarra acustica mentre si esercitava e mi sono incuriosito. Successivamente però mi sono avvicinato alla batteria (le percussioni sono sempre state il mio grande sogno) e ho suonato in diversi gruppi di amici, facendo anche qualche live. Col tempo ho imparato anche qualcosa di pianoforte e negli ultimi 2 anni sto imparando anche a fare canto per dare voce alle mie idee musicali.

2) Ci sono artisti che ti hanno influenzato o ispirato?

Brai: Di artisti che mi hanno influenzato, specie nella scrittura del disco, sicuramente ce ne sono, anche se solo inconsciamente, perchè sentendolo forse non si ricondurrebbe a nessuno in modo diretto, ma ascoltando diversi gruppi molto spesso, mi sono entrati così dentro da essere molto molto influenzato. Parliamo di band di generi molto diversi, come Verdena, Fabri Fibra dei primi anni 90, Nirvana, Sex Pistols, Green Day, Salmo e anche Mozart, perchè sono molto appassionato di classica e lo testimonia la presenza di tanti archi nel mio disco.

3) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?

Brai: Beh, sicuramente avere un’identità musicale e specialmente scenica è quasi necessario. Io non sono ad altissimi livelli, perciò conto più sui contenuti, non essendo appassionatissimo di mode musicali del momento, mi taglio un po’ fuori da queste cose, ma ci tengo ad avere una mia identità.

4) Parliamo del tuo primo Ep “Psyco-Pop”. Cosa puoi dirci di questo disco?

Brai: E’ sicuramente un disco dai tratti malinconici e un disco molto metaforico, molto esplicito (dico un sacco di parolacce), molto veloce. Ho impiegato un anno per realizzarlo, ho dovuto rivedere molte cose per fare poche tracce, perchè ho dovuto anche scegliere e fare una cernita delle tracce. Mi rappresenta moltissimo, perchè viene dai mio umori positivi e negativi che siano. Senza dubbio è autobiografico. Un disco suonato con strumenti sia veri che digitali.

Psyco-pop Brai (grafica Niccolò Mugnaini)
Psyco-pop (grafica by Niccolò Mugnaini)

5) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?

Brai: Tendenzialmente sono solito stare coi piedi per terra con la mia musica. Ho collaborato con altri artisti emergenti e per ora non sto a pensare a collaborare con dei nomi big. Ci sono sicuramente musicisti che stimo molto e spero di collaborare in futuro con più gente possibile.

6) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?

Brai: L’umiltà credo sia il mio punto forte. Per ora l’obbiettivo è arrivare ad avere il mio disco in versione fisica, un mio prodotto finale. Spero di raggiungere più persone possibili con la mia musica per trasmettere almeno la metà delle sensazioni che provo io suonando.

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