Le Interviste di Nick – Bodoni

Bodoni
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Eccoci con l’ultimo appuntamento del mese con “Le Interviste di Nick“. La scorsa volta è stata la cantante Giusy P a dare inizio alla nuova settimana, mentre quest’oggi siamo di nuovo insieme ad una band presentataci dalla C’MON ARTAX : si tratta incredibilmente di una formazione di stampo Grunge, perchè sono i Bodoni.

Nome derivato dall’omonimo carattere di scrittura, che era fortemente in auge negli anni 90, come del resto il Grunge che li contraddistingue, avevano già impressionato nel 2018 con l’EP “liveb“. “
I Bodoni si ripresentano poi al pubblico il 5 Marzo 2021 con il singolo “Lipstick” ed il relativo video, diretto dal videomaker ferrarese Michelangelo Ingrosso e uscito in anteprima su Fotografie Rock, mettendo in scena il baratro psicologico di un uomo, tratto da una triste vicenda di cronaca in cui l’ossessione e la gelosia prendono il sopravvento.
Esattamente a un mese da Lipstick, Lunedì 5 Aprile, esce “Domestik Violence“, una data impossibile da dimenticare per tutti i gli amanti del grunge, il mondo da cui sono nati artisticamente i Bodoni; quello dei mixtape infiniti, creati in cameretta, con i titoli scritti a bic e l’alt rock che stava esplodendo su Mtv e sull’italiana Videomusic.
Il tributo ai giganti di quegli anni è del tutto naturale e prosegue dal primo EP, ma con questo capitolo la band fa un passo in avanti in termini di coscienza artistica e personalità, partendo da un imprinting alimentato con fierezza e offrendone la propria versione nel 2021.
Cos’è il Grunge nel 2021? Non è solo il suono, non è solo un certo modo di cantare, non sono solo le armonie, eppure sono tutte queste cose insieme e soprattutto l’inquietudine da cui scaturiscono, quel genuino senso di disistima e confusione che cerca disperatamente di liberarsi, trasformarsi, ed esploderti in faccia. Ma senza prendersi troppo sul serio.
La produzione del disco è stata affidata a Federico Viola (Animal House Studio), mentre il mastering è stato curato da Andrea De Bernardi dell’Eleven Mastering Studio.
A livello di testi, i temi del disco sono ben racchiusi dal titolo già di per sé molto esplicito, secondo Nico P, chitarra e voce della band: ‘Si tratta di un “almost concept album“, le tracce esplorano i sentimenti umani in una relazione intima; dal suo primo istante al suo termine. Anche se non è mai specificato, il personaggio è sempre lo stesso.
Altri pezzi toccano aspetti più politico-sociali: “Midtown Massacre” è dedicata agli scontri in Venezuela, “Sharp Toe” alla tragica morte di Layne Staley degli Alice in Chains, “Influencer Influenza” parla degli effetti dei social network sulla nostra vita.

Scopri link e contatti utili alla fine dell’intervista

1) Vorrei saperne di più sulle vostre origini. Come avete iniziato a fare musica e siete diventati la formazione che siete oggi?

Bodoni: Iniziamo tutti da molto lontano, quando esistevano le rockstar. Credo che l’approccio alla musica sia bene o male comune a tutti i musicisti: senti una canzone o conosci un artista che ti ispira, da ragazzino vuoi emularlo prendendo in braccio il loro stesso strumento, poi con il tempo cresci una tua personalità fatta conseguenza anche dai gusti che maturano e poi si evolvono. Noi siamo cresciuti con quei suoni, in un qualche modo rimaniamo fedeli a noi stessi senza seguire le mode ma facciamo ciò che ci piace e che ci riesce meglio.

2) Da dove viene il nome Bodoni?

Bodoni: Come per i Ramones volevamo un nome che fosse un cognome, però che riportasse all’Italia e Bodoni oltre ad essere un cognome è anche una font utilizzata molto negli anni 90.

3) Ci sono artisti che vi hanno influenzato o ispirato?

Bodoni: Sarebbe una lista di band enorme e verrebbero tralasciati artisti che hanno un posto nelle nostre playlist. Nasciamo culturalmente nella seconda metà degli anni novanta, traiamo liberamente ispirazione da quelle band e alle volte siamo nel vero e proprio “omaggio”, per dirla alla Tarantino. Sta nell’ascoltatore conoscere e cogliere queste dediche.

4) Quanto pensate che sia importante avere una forte identità musicale e come commentereste la vostra?

Bodoni: L’identità musicale non è più un fattore importante al giorno d’oggi per distinguersi. L’obiettivo è far arrivare le proprie idee e la propria musica a più persone possibili. La nostra identità musicale si basa sull’onestà dei nostri suoni anche dal vivo.

5) Parliamo del vostro disco “Domestik Violence”. Cosa potete dirci su questo LP?

Bodoni: In realtà il disco era pronto già da gennaio. Speravamo di farlo uscire in concomitanza della fine della pandemia, per festeggiare. Abbiamo sbagliato i calcoli. Lipstick è la prima (e spero ultima) canzone arrangiata e scritta interamente nel periodo del total lockdown, quindi a distanza tra di noi senza poterci confrontare in maniera diretta e veloce.
La canzone è tratta dalla tragica storia di una ragazza uccisa dal fidanzato: prima accoltellandola poi bruciando la macchina pensando fosse già morta. È un fatto noto, in realtà.
Abbiamo cercato di capirne il movente, quanta rabbia possa avere una persona da poter compiere un gesto così estremo. Questa canzone rappresenta la rabbia ed è esattamente questo il messaggio che andrebbe colto, in questo caso.

Bodoni - Domestik Violence

6) Cosa provate quando fate musica?

Bodoni: Lo consideriamo uno svago, una distrazione e la possibilità di stare insieme.

7) C’è qualche artista con cui vi piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?

Bodoni: Le featuring non sono proprio del nostro campo, non sapremmo che farcene di Tom Morello.

8) Quali sono i vostri progetti futuri? E che vette vorreste raggiungere?

Bodoni: Attendiamo la fine della pandemia come tutti e sgomiteremo per poterci lanciare da un palco come nei vecchi tempi.

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