Le Interviste di Nick – Oceani

Oceani - Un Romanzo di Stephen King
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Nuova intervista per questa settimana qui su “Le Interviste di Nick“. Dopo 7 giorni dal nostro incontro col rapper Rames, facciamo la conoscenza più approfondita di un altro cantautore di cui abbiamo parlato in precedenza: ce l’ha presentato la safe&SOUND e il suo nome è Oceani.

Oceani è Emanuele Guidoboni. Il progetto nasce a Roma nel 2020 quando, dopo aver suonato il basso in svariate band indipendenti e non, decide di scrivere le proprie canzoni. Nello stesso anno conosce Ferdinando Montone (Himalaya Dischi) che produce l’EP “Un romanzo di Stephen King”, contenente parte del materiale fino ad ora prodotto. Oceani per il concetto di vastità: lontano, profondo e difficilmente misurabile.

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1) Innanzitutto, partiamo dal principio. Come e quando hai cominciato a fare musica e sei entrato in questo mondo?

Oceani: Ho iniziato verso i 18 anni e non mi sono più fermato, suonando praticamente qualsiasi strumento tranne la batteria in tantissime band di Roma e non. Ho visto praticamente di tutto: dalle situazioni che è un eufemismo definire amatoriali fino a realtà più professionali che nel tempo sono diventate parte del panorama Mainstream. Se ci ripenso, credo di aver fatto veramente tanta ma tanta ma tanta gavetta.

2) Come hai scelto il nome Oceani?

Oceani: Bene o male, le canzoni che scrivo parlano tutte di evasione, di viaggio, di comunicazione tra le persone. E anche di un certo tipo di fuga. Volevo quindi un nome che suonasse esotico, lontano e possibilmente profondo.

3) Ci sono artisti che ti hanno influenzato o ispirato?

Oceani: Tantissimi, a volte anche in maniera inconsapevole: spesso mi capita infatti di risentire un brano e trovarci cose che prima non sentivo. Mi piace molto un certo tipo di scrittura anni 70/80 come Lucio Dalla, ma anche Flavio Giurato, Battiato, Enzo Carella.. mi piacciono tantissimo molti autori italiani che a loro volta ripartono credo da un discorso simile, come Giorgio Poi, Calcutta… da quando ho cominciato a scrivere canzoni ascolto molta più musica, spesso sforzandomi di rimanere sull’attuale. Non è facile a volte.

4) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?

Oceani: Penso che sia l’unica cosa che conti. La capacità di saper scrivere o meno, di saper cantare o meno, di saper suonare o meno…sono tutte cose fondamentali, ma se ci pensi è ancora più importante sapere “creare un mood” a prescindere dal genere. La musica è piena di artisti magari non bravi tecnicamente, ma capaci di cose incredibili. Ho sentito un produttore famoso dire che questa succede quanto più sei sincero mentre canti. Io penso che sì, probabilmente è così, ma che a sua volta questa cosa dipende da quanto sei coerente con la tua identità musicale. In parole povere: più ci credi, più si sente.

La mia identità? La sto cercando, non è facile. A volte mi sento vicinissimo a un determinato tipo di scrittura, il giorno dopo vorrei fare un disco post-punk. E’ in continua mutazione, o forse non mi riesco a capire bene. Non me la immagino, questa identità, come una cosa statica, ma ammetto che è veramente un bell’obiettivo da raggiungere.

5) Parliamo del tuo nuovo EP “Un Romanzo di Stephen King”. Cosa puoi dirci su questo disco?

Oceani: Sono 5 canzoni scritte a metà/fine 2021: abbastanza diverse l’una dall’altra. Il filo conduttore, come dicevo prima, è la difficoltà dei rapporti tra le persone. Cioè, c’è la canzone che ti parla della fine di una relazione (Il Futuro), della mancanza di qualcuno altro (Un Lunedì Sera), ma anche del sapersi riconoscere come anime affini (Ghepardi). Se uno ci riflette, alla fine si parla sempre di rapporti personali, non necessariamente d’amore.

Oceani - un Romanzo di Stephen King

6) Cosa provi quando fai musica?

Oceani: Dipende se la canzone mi piace o meno: mi rendo conto che rispetto a un anno fa sono un po’ più difficile da accontentare. Se la canzone mi piace e ne sono pienamente soddisfatto, provo una gran soddisfazione per essere riuscito a “chiudere” il cerchio su qualcosa che volevo dire, altrimentidiciamo che ci ho girato intorno, senza riuscire a cogliere esattamente il punto. A volte va così. Sono un esordiente quindi al momento le sensazioni che provo sono queste, e forse è anche il punto più bello del percorso.

7) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe collaborare?

Oceani: Mi piacerebbe da morire collaborare con Calcutta. Ma non per la musica, cioè ovviamente anche per quella, ma soprattutto- non prendetemi per matto – perché nonostante non ci abbia mai parlato, sento di volergli proprio un gran bene. Poi magari ci parlo e crolla tutto, ma al momento è così.

8) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?

Oceani: Vediamo… scrivere altre canzoni, e quello lo sto già facendo. Fare parecchi live, collaborazioni, e che mi passino anche sulle principali radio italiane. Chiedo troppo?

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