Le Interviste di Nick – Blutarsky

Blutarsky
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Ultimo appuntamento della settimana qui su le Le Interviste di Nick“. Dopo aver parlato con la giovanissima cantautrice Adelaide, oggi ci facciamo accompagnare dalla Red Owl Records e da Independent Radio che ci presentano un nuovo promettente rapper emergente: lui è Blutarsky.

Pseudonimo di Massimo Mondaini, è un rapper romano classe 1995. Si avvicina alla musica a soli 8 anni ed, a 16, inizia a comporre i suoi primi testi, ricercando uno stile di scrittura personale, riconoscibile, una propria identità artistica. A Marzo 2019, esce il suo primo brano inedito, “Gverra Freestyle”, seguito, due mesi più in là, da “Solo Tu”, release, accompagnata dal videoclip ufficiale, che lo inserisce nel meraviglioso e complesso mondo del mercato musicale italiano. Nel Novembre dello stesso anno, è la volta di “Hasta Luego”, singolo che lo vede collaborare con Deri Aamane. Nel Marzo 2020, in pieno avvento della pandemia globale, Blutarsky rilascia “Post It”, il suo terzo lavoro ufficiale, che vede alla produzione l’amico fraterno Mr.Bux, in collaborazione con Gaia Landi. “Post It”, supportato dal videoclip ufficiale, dona a Bluetarsky la possibilità di essere notato da Reb The Prod, talentuosa producer romana con cui l’artista instaura sin da subito un proficuo rapporto di amicizia e collaborazione professionale, che lo porterà, nel Novembre 2020, alla pubblicazione del suo quarto singolo, “Swing” ed alla firma del suo primo contratto discografico, stipulato con Red Owl Records, sublabel di Visory Records, con la quale, a Maggio 2021, rilascia “Game7”, primo esplosivo estratto di un concept EP composto da 6 tracce che seguono il file rouge dei corpi celesti e che lo consacrano ufficialmente al rap-game italiano.

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1) Innanzitutto, partiamo coi tuoi inizi. Come e quando hai cominciato a fare musica e sei entrato in questo mondo?

Blutarsky: Ciao Nick, grazie del tempo che mi hai dedicato, innanzitutto! Crescendo con le canzoni Rap, ho iniziato a fare musica intorno ai 16 anni, quando ho steso i primi testi completi e non ho più smesso, ma ancora la consideravo una passione e nulla di più; la prima traccia che abbia mai prodotto, che avevo chiamato Mea Culpa, mi ha letteralmente aperto gli occhi, mi ha fatto capire che, probabilmente, avrei potuto avere una chance come Rapper, così ho voluto aspettare il momento in cui avessi avuto uno stile di scrittura ben definito, chiaro per me stesso, in primis. Mi sono presentato nella musica, nel marzo 2019, con Gverra Freestyle, mentre con “Solo tu”, ho intrapreso ufficialmente questa via, sono entrato in questo mondo.

2) Da dove viene il nome Blutarsky?

Blutarsky: Il nome Blutarsky deriva da John “Bluto” Blutarsky, personaggio di “Animal House” ed interpretato da John Belushi; ho scelto questo nome, perchè mi sono immediatamente rispecchiato in lui, la prima volta che ho visto questo film: è un personaggio vulcanico, estroverso, che non si pone il problema di come appare agli altri e che vive con le sue regole; nel film, diventato un cult ormai, Bluto fa parte di una confraternita collegiale poco rinomata, considerata come fossero degli underdog, in confronto alle altre confraternite più conosciute e più rigide. Credo di rispecchiare anche su questo punto.

3) Ci sono artisti che ti hanno influenzato o ispirato?

Blutarsky: Buona parte degli Artisti Rap\Hip Hop mi hanno influenzato, come Eminem, Dr Dre, Notorious BIG, Tupac, i Run Dmc in America, mentre in Italia potrei citare J Ax, Guè Pequeno, Marracash, Ensi o Gemitaiz. Nonostante il mio genere di riferimento sia, appunto, il Rap, cerco di attingere da tanti artisti di tale genere, come da altri generi, come Vasco Rossi, Lucio Dalla, Lucio Battisti o Franco Battiato. Diciamo che la musica in generale mi influenza e mi ispira, ma alcuni esponenti risultano più affini con i miei gusti e lo stile di scrittura.

4) Quanto pensi che sia importante avere una forte identità musicale e come commenteresti la tua?

Blutarsky: Penso che, ad oggi, l’identità musicale sia il fattore dominante, più del talento o delle argomentazioni di un artista: avere una forte identità, fa sì che la gente ci si identifichi, nonostante possano esserci cantanti molto più talentosi. Nella musica è sempre rimasto il concetto di “sapersi vendere”, ma credo che oggi ci si riferisca al saper vendere la propria immagine, o addirittura il proprio lifestyle: nel Rap anni ’90, la rivincita sociale era più forte di ogni cosa, mentre oggi richiama l’attenzione, senza avere il ruolo che aveva in precedenza; la Dark Polo Gang, ad esempio, attira l’attenzione per la loro immagine ed il lifestyle, sempre più persone si identificano nel loro stile e ciò si ripercuote nelle loro canzoni. Per quanto riguarda la mia identità musicale, penso sia in continua evoluzione: non sono il tipo di artista che trova un’identità musicale forte e la porta avanti all’infinito, perchè è come sperare nei ’90 che il Rap Old School, abbia lo stesso clamore dopo 30 anni, i tempi cambiano e cambiano le generazioni; io cerco di modellare costantemente il mio stile di scrittura e la mia immagine, in parte a seconda dei gusti degli ascoltatori, in parte a seconda delle novità che posso portare. La forza di un’identità personale, si basa anche su quanto risulti moderna ed attuale in ogni momento, su questo punto si fonda la mia.

5) Parliamo del tuo nuovo singolo “Game7”. Cosa puoi dirci su questo brano?

Blutarsky: Game7 è una traccia che mi sta a cuore, perchè è l’occasione per fondere in una canzone, la musica ed il Basket, sport che seguo da tanti anni; la canzone descrive una normale giornata sulla Terra, con lo sfondo di una partita di NBA, contro degli avversari corrotti, spregevoli, poco corretti, fino ad elencare nel ritornello le chimeriche regole per ottenere la fama e la ricchezza. Penso sia una traccia molto attuale, perchè ormai si gioca sporco alla luce del sole, è più comodo essere furbi, che onesti: siamo nell’era in cui l’ascensore è preferito al tragitto a piedi, sopratutto perchè se l’ascensore cade, attutisce sulle persone oneste e la colpa ricade su loro, per poca intelligenza. Io volevo trasmettere questo pensiero e raccontarlo con il sentimento adatto, non di certo amorevole, sia perchè sceglierei sempre l’onesta, sia perchè la via intrapresa, non ci porterà ad un lieto fine, secondo me.

Blutarsky - Game7

6) Cosa provi quando fai musica?

Blutarsky: Quando faccio musica, mi sento in pace; nel momento in cui entro nella fase di scrittura, sembra di essere nella stanza dello spirito e del tempo di DragonBall, un posto dove il tempo si ferma e posso stare solo io, con ciò che mi rende felice, un po di creatività ed un supporto dove scrivere. In generale, la musica mi accompagna da quando ero piccolo e fare musica è diventata la mia boccata d’ossigeno, per questo ha un peso specifico diverso, rispetto alle mie altre passioni, non solo per i traguardi che voglio raggiungere con la musica.

7) C’è qualche artista con cui ti piacerebbe o vorresti avere l’onore di collaborare?

Blutarsky: Ce ne sono molti, a partire dagli artisti che mi hanno influenzato ed ispirato, che ho già citato in una domanda precedente; il sogno di collaborare con Eminem rimane sempre, nonostante mi renda conto che è praticamente impossibile, forse con i Rapper italiani non lo è così tanto, spero, almeno poi posso morire felice . Diciamo che è difficile dire di no a buona parte dell’industria italiana, perchè credo che il livello si stia alzando sempre di più e sarebbe un vero onore per me, essere preso in considerazione: se devo nominare qualche artista che preferisco più di altri, direi Jovanotti, Frah Quintale, Noemi, Elisa, Vasco, Mahmood o Tiziano Ferro.

8) Quali sono i tuoi progetti futuri? E che vette vorresti raggiungere?

Blutarsky: Non è mai facile rispondere a queste domande: i miei progetti futuri sono principalmente l’Ep che è in lavorazione, poi si vedrà, in quanto un album è sicuramente nei miei pensieri, ma valuto molto anche il momento, se ho i requisiti per un disco che possa spaccare, altrimenti ti direi tanti singoli con un unico obiettivo comune, ossia essere sempre freschi, attuali, mai uno uguale al precedente. Nei progetti futuri, ovviamente, c’è anche quello di alzare sempre di più il livello e di raggiungere vette sempre più alte, anche se secondo me è relativo, perchè il proprio monte Everest, può essere anche una collina e potrebbe essere quella la vetta più alta che si vorrebbe raggiungere; personalmente, la vetta che vorrei raggiungere, è arrivare a collaborare con i grandi nomi della musica italiana e dell’industria Rap, da una parte per l’obiettivo, dall’altra per il sogno di condividere lo studio di registrazione con i miei miti.

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