Dennis Vertucci “La mia Logica”: finezza artistica tra ironia, serietà e introspezione

Dennis Vertucci - La mia Logica

Se arrivati anche alla fine della prima settimana di Luglio qui su “Le Interviste di Nick“, e per concludere gli appuntamenti di questi giorni, proponiamo dopo tanto una nuova recensione, con un’iconico artista conosciuto di recente. Stiamo parlando di Dennis Vertucci, cantautore intervistato a fine mese scorso.
Durante l’intervista, avevamo già in mente e preannunciato di dedicare più spazio al suo ultimo lavoro discografico, uscito nel primo quarto di quest’anno “La mia Logica“, ed eccoci qui per mettere finalmente a nudo il lavoro dell’artista.

Composto da 12 tracce, “La mia Logica” è un concept album che tenta di spiegare, dal punto di vista dell’autore e del suo background, come dovrebbero essere le cose di oggigiorno (la musica, la vita, i rapporti, tutto) e di come certe volte si rivelano essere totalmente diverse o diventano tali. Da questo intento sono emerse due facce della stessa moneta, due anime, quella più manifesta alla luce del sole (il lato A o prima parte) e quella più oscura dove, nascosta e difficile da scrutare (il lato B o seconda parte), ma entrambe ricche di spunti di riflessione.

Cerchiamo quindi di scendere nel profondo di quest’album e dell’animo di Dennis, andando ad ascoltare e tentare di comprendere al meglio i brani, i testi e le loro tematiche.

Dennis Vertucci - La mia Logica

La mia Logica: Le tracce

Il mio lato A

Un accattivante intro dal sapore rock ci introduce e ci fa comprendere in poche battute il carattere del brano. Dennis si presenta qui ai suoi ascoltatori, con sottile ironia presenta questa prima parte del suo lavoro, svelando a poco a poco qualche risvolto tecnico e qualche informazione su di sé. Una demarcazione marginale tra le strofe viene spezzata dall’arriva di uno special strumentale, dove chitarra e batteria sono affiancate all’organo, e subito un altro invito alla prosecuzione, del brano e dell’intero disco, colmo di canzoni, riflessioni ed emozioni messe a nudo dall’autore, che ci portano, ripetendoci il tema principale, alla fine del pezzo.

La mia Logica

Un fischiettare romantico e appassionato, ben scandito e accompagnato dalla batteria è ciò che da l’avvio a “La mia Logica”, brano che porta il nome dello stesso album. Un motivo allegro e dalle sonorità nostalgiche è quello richiama la chitarra accompagnatrice, mentre Dennis sembra voler interrogare noi e sé stesso sul significato della vita, del presente e delle banalità e incoscienze che le caratterizzano, invitando infine a goderla il più possibile, senza farsi condizionare da preconcetti e tabù. É con questa decisione che dobbiamo scegliere il nostro agire, la logica del nostro vivere, e se non saremo in grado di farlo da soli, ci verrà in aiuto la musica.

Non sono solo io

Forse la più intrigante ed iconica delle aperture è quella che caratterizza “Non sono solo io“. Un sound caratteristico che accompagna il cantante durante il pezzo, dando ai singoli strumenti una precisa parte e un preciso ruolo e sicuramente la presenza di fiati rappresenta un punto forte. Il brano è un ricorsivo oscillante tra le tematiche della pesantezza della routine quotidiana, della crisi di valori ed affetti non solo di questi ultimi anni, ma di questo tempo e dell’ipocrisia dei falsi modelli propinataci dalla società, ma ci aiuta a renderci conto che non siamo gli unici a sentire che qualcosa non va in tutto ciò. L’assolo della seconda parte è un altro degli apici che caratterizza questo brano e ne afferma l’unicità, estetica e concettuale.

Io

Ancora un tocco di nostalgia accompagna questo brano, che sembra rimandare a le memorie di un passato di un periodo festivo. Entra poi Dennis, con voce seria e mesta, che ci parla di sé, dei suoi comportamenti, degli eventi che lo condizionano, dei suoi pensieri e sentimenti: queste potenziali prigioni sono solo effimeri ostacoli per l’uomo che ha nel cuore il desiderio di trasmettere qualcosa di se agli altri, donare la pace, la serenità e volerlo fare con la musica. Ma cantare non è solo un dono per gli altri, ma anche un modo per esorcizzare il dolore, lo stress e le amarezze, come viene evidenziato nel caratteristico ritornello ricco di struggenti archi.

Perfetta

Perfetta ci presenta in modo genuino un omaggio ad un amore, ad una storia iniziata qualche anno prima di oggi. Un sentimento sincero, che fa risaltare anche le piccole imperfezioni e i gesti più semplici. In un mondo caotico dove trovare l’anima gemella è una vera odissea, Dennis ha pensato di esaltare questa esperienza, con un brano adatto a tutti, dove la memoria acquisisce un significato particolare, ricordando ancora, ancora e ancora di quel magico duemila e sedici.

Scatoloni

Si parte subito, dopo un istantaneo riff di chitarra, con un nuovo tuffo nella memoria, forse più metaforico. “Scatoloni“, il simbolo del contenitore dei nostri ricordi, per un artista può nascondere ancora più sorprese: oggetti che rimandano a momenti tristi, momenti felici, momenti di ironia e momenti di nostalgia. Le memorie sembrano così prendere vita e la musica sembra essere loro di supporto. Rievocative, vogliono costruire qualcosa, ma c’è un motivo se li abbiamo riposti, mentre altri ancora abbiamo deciso di dimenticarli. Pensiamo al futuro, proviamo nostalgia e un magnifico assolo di tromba ci accompagna per un po’, ma il sogno ad occhi aperti poi finisci ed eccoci tornati alla realtà, davanti ai nostri ricordi e più o meno incerti del nostro fato.

Il mio lato B

A metà di questo percorso, cambiamo lato e passiamo a quello B. La intro urla anni d’oro della musica italiana e non solo. Un’atmosfera retrò caratterizza un pezzo introspettivo, che riflette sulle dicotomie del mondo e della vita e se ogni luce ha le sue tenebre, lo stesso vale per ciascuno di noi: un lato nascosto e invisibile agli altri, a volte anche a se stessi, ma non dobbiamo rifugiare da questa parte della nostra interiorità. L’invito che ci fa Dennis è di dare una chance anche al nostro lato B, di imparare a conviverci, ad arricchirci con lui e con le esperienze che lo hanno formato, ad ascoltarsi, guardarsi dentro, mettere in sinergia tutte le parti di noi per vivere meglio con sé e gli altri.

Pa

Uno dei brani musicalmente più semplici ma al tempo stesso efficaci. Un obiettivo semplice dietro tutto: un’ironica invettiva contro la musica cantautorale delle hit moderne, caratterizzate da tormentoni, memi e tutto ciò che può ossessionare e attirare l’attenzione del pubblico. Dennis sembra volerci aprire gli occhi alla realtà di oggi, di una musica depauperata del suo scopo originale, di tramettere qualcosa di se o di permettere agli altri di far emergere qualcosa e che oggi punta al mero successo, al venie incontro ai gusti della gente, ad ottenere audience, racimolare consensi e denaro. Quale migliore risposta se non un sonoro e ritmatissimo Pa?

Avanti che…

Un altro pezzo dalle atmosfere malinconiche e rievocative, come il ricordo di un lungo viaggio in treno, ma attenzione, perché potrebbe stupirvi. La musica descrive perfettamente la sensazione comunicata da certe parole, di insofferenza nei confronti della vita e della società, che non ci permette spesso di essere chi vogliamo, fare quel che vogliamo e che magari meritiamo, non poter dare voce a ciò che si ha dentro, sfogarsi, aprirsi, mettersi alla prova, in mostra. Ed ecco che il carattere cambia, diventando più rock, più hard, come i sentimenti che diventano più accesi, più furenti. Invidia di chi ha successo, di chi ha più di quel che merita, desiderio di rivalsa, di avere una possibilità, di essere in mostra davanti a tutti, venire osannati, acclamati e applauditi. Chi in fondo non lo ha mai sognato almeno una volta? Il cambio di registro diventa radicale e dalla partenza mesta sembra essere ad un vero e proprio stadio colmo di energia.

Stimolato

Semplicemente sublime il carattere ironico di questo brano. Le sonorità quasi aliene, difficilmente riconducibili a normali strumenti, sembrano essere il tappeto perfetto questa canzone, che potrebbe essere cantata direttamente da una toilet, il luogo migliore dove trovarci quando, nell’ammazzare il tempo, possiamo ogni giorno constatare del degrado della società digitale di oggi, piena di ignoranza, maleducazione, classismo, disinformazione, strafottenza, propaganda e calunnie, così da essere pronti quando il nostro corpo reagirà a tutto ciò con delusione e con una forte dose di mal di pancia.

E qui ci sono io

Senza bisogno di particolari introduzioni, come se fosse un discorso già iniziato e forse lo è, si parte subito dritti. Un sound pop rock che tende a diventare man mano meno soft accompagna una storia fatta di pentimenti, rimpianti del passato, menefreghismo, solitudine e ricordi dolorosi. Tutto questo vale l’eventuale successo? Potendo scegliere, saremmo disposti a sacrificare qualcosa di noi? Meglio forse prestare più attenzione a chi si ha intorno: un mondo di cose, animali e persone, e qui che siamo noi “e anch’io”.

Titoli di Coda

Cala il sipario su questo lungo concept album con i “Titoli di Coda“. Un connubio di generi, un mix tra rock, funk e pop sono ciò che ci conducono verso la fine del disco e caratterizzano questo brano e proprio perché ci troviamo alla sua conclusione è qui che parte la fatidica domanda che condiziona l’artista, ma che in fondo potrebbe essere una croce per tutti noi: è il caso di smettere? Vale la pena continuare con questo sogno? Lasciandoci con questo piccolo interrogativo ed invito a riflettere, non possiamo, a mio parere, che rispondergli con un fortissimo “Si”!

Voto Finale: 8.5/10

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